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PENSIERI IN LIBERTA'

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  1. NONC1APPARTIENE
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    CITAZIONE (scarface82 @ 17/10/2005, 20:38)
    LE PAROLE CHE NON TI HO DETTO

    Scattò fotografie per tutta la vita. No, non era un fotografo, ma sapeva catturare le emozioni meglio di chiunque altro. Capiva i problemi delle persone ancor prima che gli altri glieli andassero a raccontare. Finì per diventare il confidente di tutti quelli che avevano qualcosa da risolvere, ma la sua “specialità”, l’argomento su cui aveva sempre una risposta pronta, era l’amore. Quante coppie aiutò, quanti amori riuscì a far tornare tali, quante fiamme riaccese. Quante foto scattate.
    Ma, in fondo, a Lui piaceva aiutare gli altri, vivere la vita degli altri per poi aggiustargliela. Entrare nella foto, anche solo per un istante e far ritrovare la posizione adatta, il sorriso perduto. Dopo ne sarebbe uscito così come vi era entrato, con discrezione, senza dar fastidio a nessuno, perché, e Lui lo sapeva bene, quella non era la sua vita, non poteva esserlo. Lui era solo il fotografo. Lui fermava il tempo per un attimo e riportava tutto alla normalità. Riportava alla normalità la vita. Quella degli altri. Ma era contento così. Gli sarebbe bastato guardare quella foto dopo il suo intervento per essere felice. Gli sarebbe bastato.
    Purtroppo, però, non sempre tutto va come vorremmo. Certe cose, per quanto ci si possa sforzare, non si possono programmare. Un giorno, mentre si trovava in una foto per far tornare tutto alla solita normalità, si fermò. Non volle uscire. Non riuscì ad uscire. Rimase fermo ad osservare i suoi occhi. Gli occhi di Lei. Quegli occhi che cercava da troppo tempo per lasciarli andare via così. Senza dire o fare nulla. Decise allora di…Decise di fare…di dire…Decise di…No. Lui no. Lui non poteva né fare né dire nulla. Lui non era l’eroe senza macchia e senza paura capace di sbaragliare ogni avversario, di sconfiggere il perfido drago per poi galoppare sul suo cavallo bianco incontro alla principessa, per salvarla. Lui no. Lui non era neanche l’antagonista, il cattivo per eccellenza. Colui capace di ogni cosa pur di ostacolare l’eroe nel suo tentativo di raggiungere la felicità. Lui era solo il fedele servitore dell’eroe, perennemente all’ombra del suo padrone. Troppo codardo per prendere l’iniziativa di andare a salvare la principessa e troppo vile per sconfiggere da solo l’antagonista. Il nostro Lui è un Cyrano dè Bergerac venuto male, che scrive versi poetici per la donna che ama e poi li regala al suo peggior nemico purchè quelle parole appartengano a Lei, siano per Lei. Senza importarsi di chi le pronuncia. “Un giorno glielo dirò” diceva, ma il tempo passava inesorabile e quella foto finì per mettersi a posto da sola.
    Ci tornò. Eccome se ci tornò nella fotografia, ma non riuscì mai a dirle niente. Un bel giorno, però, convinse se stesso che era il gran giorno, quello in cui, per la prima volta, avrebbe cambiato il corso degli eventi e deciso cosa fare, da solo, magari stracciandola, quella maledetta fotografia. Andò da lei. Era deciso. Aveva in mente ogni parola che le avrebbe dovuto dire. Le avrebbe detto che dal primo momento in cui i loro occhi si erano incontrati non aveva fatto altro che pensare a lei. Le avrebbe detto che ogni sera, da quel giorno, si erano incontrati nel suo sogno più bello. Le avrebbe detto tante cose, o magari l’avrebbe direttamente presa tra le sue braccia e poi, dopo averle spostato una ciocca di capelli davanti gli occhi, le avrebbe regalato il bacio più intenso del mondo. Tanto da rendere minuscoli e insignificanti tutti quelli che aveva visto nelle fotografie da lui stesso rimesse a nuovo. Le avrebbe detto questo e molto di più. Era deciso. Arrivò. Aprì la porta e…Vide una sedia vuota. Nella foto era rimasta solo una sedia vuota. Lei se ne era andata. Partita la mattina presto. Avrebbe voluto chiamarlo, ma, forse, le avrebbe fatto troppo male. Andava via lasciando dentro di Lui un vuoto che, ancora oggi, non è stato riempito. Andava via lasciando un vuoto immenso. Un vuoto pieno di rimorsi, pieno di “e se io…”, di “ e se lei…”, di “e se noi…”. Una fotografia sbiadita, che, nonostante il tempo e il dolore che gli provoca, Lui continua a conservare.
    Eh si, perché, anche se di anni ne sono passati, di fotografie ne sono state scattate, ce n’è una che ha sempre un posto speciale. Una fotografia lì, nell’angolo in basso, quasi nascosta, forse un po’ sbiadita, appunto. Ma è proprio in quell’angolo che ogni tanto Lui si rifugia. Quando fuori piove, quando la grandine batte forte sopra i vetri, ma anche quando il sole rende l’aria troppo calda, quasi soffocante. Quella foto resta lì perché è lì che un giorno si incontreranno. È lì che un giorno si diranno le Parole Mai Dette… “Le parole che non ho mai usato, che non so dire, che vorrei pronunciare. Le parole che mi rimbombano nella testa, mi battono nel cuore. Le parole che conosco da quando i miei occhi si sono persi nei tuoi. Le parole che non ti ho mai detto. Le parole che vorrei sussurrarti. Le parole che vorrei gridare al mondo intero. Le parole che, mentre vedo la foto sbiadire, so che non ti dirò mai più…Ti Amo”.

    questo lo avevo già letto.....
    se non sbaglio, franz, si parlava di tirare o meno rigori e/o punizioni giusto? wink.gif

     
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7193 replies since 17/10/2005, 10:51   90176 views
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