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LIVELLO TECNICO: MARIO RUI
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Era un freddo pomeriggio di febbraio nel lontano 2003, all'epoca ero poco meno che diciannovenne, e dopo essere rincasato dall'università decisi di scendere giù al bar a due passi da casa che trasmetteva tutte le partite del Cagliari (come alcuni sapranno sono nato e cresciuto in Sardegna). Bar quel giorno pieno, era pur sempre una partita di blasone pur se in una Serie B in cui entrambe le squadre erano ben lontane dalla vetta (soprattutto il Napoli che lottava per evitare la C... quelli sì erano brutti tempi, al confronto il secondo anno di Gattuso era un joga bonito).
Mi accomodo a un tavolino in disparte e ordino un toast e qualcosa da bere, ben sapendo che sarei stato l'unico tifoso del Napoli circondato da supporter del Cagliari che già si pregustavano di suonarle a un avversario sempre illustre nonostante la crisi societaria e tecnica. Fin dai primi minuti commenti non esattamente da sala da tè (complice il fatto che la sostanza versata a più riprese al bancone fosse birra), e quando allo scadere del primo tempo il Napoli passa in vantaggio il senso di sopravvivenza mi impone di restare impassibile mentre dentro di me urlavo come un matto.
Nella ripresa raddoppio di Vidigal, forse il mio giocatore preferito in quel Napoli davvero povero di qualità, e faccio ancora più fatica a non esultare.
Finisce 2-0 per noi e sarebbero stati tre punti decisivi per la salvezza. Tutt'intorno a me tifosi del Cagliari imbestialiti per la sconfitta, e me ne torno a casa felice. Unico rimpianto, non aver pronunciato un bel "Forza Napoli" all'uscita del bar, ma ero appiedato e non ero sicuro che sarei riuscito a correre fino a casa senza essere raggiunto 
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